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Vuoi migliorare la salute e prevenire tumori ed altre malattie in maniera semplice? Esponiti al sole!

L' impatto dell' esposizione al sole sulla mortalità e sull'incidenza di tumori della pelle e non.

Punti chiave

  • L’esposizione al sole è correlata con una minore mortalità per tutte le cause e con una durata maggiore della vita fino a due anni.
  • L’esposizione al sole aumenta l’incidenza di vari tipi di tumore della pelle, ma questo accade se mi scotto, se passo un tempo esagerato al sole e se non mi abituo gradualmente all’esposizione solare.
  • L’esposizione al sole riduce l’incidenza di tanti altri tipi di tumore, ben più frequenti e mortali di quelli della pelle (colon, mammella, prostata, lnh).
  • I responsabili dei tumori cutanei sono gli UVA e gli UVB.
  • Il filtro solare più importante e maggiormente protettivo è quello che creiamo esponendoci gradatamente al sole: l’abbronzatura.

Introduzione

Fin dal primo giorno della sua esistenza il nostro antenato ominide si svegliava, arrivava sul ciglio della sua grotta si stiracchiava, grattandosi il sedere, e guardando fuori si chiedeva: “Ma espormi al sole mi farà bene o mi farà male? Sarà mica il caso di cospargermi di qualche crema protettiva prima di uscire? Magari del grasso di bisonte?”.

Decise quindi di ibernarsi per qualche migliaia di anni, lasciando un promemoria in pitture rupestri in cui chiedeva di essere svegliato quando l’arcano sarebbe stato svelato. Aprì gli occhi su un camion di Amazon, trasportato verso una grande città in cui abitava il milionario che l’aveva comprato sulla grande piattaforma per collezionismo. L’ominide si guardò attorno e vide tutti coperti di vestiti, cappelli, occhiali da sole, occhiali con filtro della luce blu, le creme solari messe sul volto anche in inverno, e pensò “ Lo vedi che avevo ragione?”.

Lo studio Svedese: esposizione al sole e mortalità

Decise di emigrare in Svezia, dove sarebbe stato più al riparo dal nefasto astro. Qui notò che le donne erano belle, alte, bionde e con gli occhi azzurri e decise insieme ad un gruppo di scienziati di iniziare ad osservarne un campione, tra i 25 e i 65 anni. Insomma vi erano tutte le categorie dalle teen alle milf e alle cougar. L’uomo seguì queste donne per vent’anni. ebbene si le spiò (come potreste biasimarlo, dopo migliaia di anni di ibernazione).

In questi vent’anni venne valutata dal team la relazione che c’era tra l’esposizione al sole e la mortalità di queste donne per

  • patologie cardiovascolari;
  • patologie tumorali;
  • patologie che non fossero né tumori né cardiovascolari.

Quello che il nostro ominide scienziato notò è che le donne che si esponevano al sole avevano una minore mortalità per tutte queste patologie e soprattutto vivevano in media da sei mesi a due anni in più rispetto a quelle che adottano comportamenti di evitamento del sole (in relazione alla dose di esposizione).

Una delle cose che colpì molto l’ominide è che le donne che fumavano ma si esponevano al sole avevano la stessa mortalità e durata della vita di quelle che non fumavano e non in esponevano al sole! Come se non esporsi al sole avesse un impatto sulla salute importante come l’esposizione al fumo di sigaretta…

Melanoma e tumori della pelle non melanomatosi

“Ma allora” si chiede l’ominide, che nel frattempo aveva studiato e si era documentato su google: “che ne è dei tumori della pelle di cui ci hanno riempito la testa? Ed il melanoma? E i tumori della pelle non melanomatosi (il carcinoma a cellule squamose e il tumore basocellulari, che da ora indicheremo come NMSK)?”

Mise un attimo da parte i suoi studi sulle donne svedesi, e trovò una overview di vari studi in cui veniva appunto valutata l’associazione tra l’esposizione al sole e il rischio di melanoma. Quello che ne usciva fuori è che

  • l’incidenza di melanoma risultava aumentata nei pazienti con una esposizione intermittente e l’aver avuto scottature solari.
  • è stata notata invece l’effetto protettivo di un’esposizione lavorativa al sole continua e pesante.

L’ominide continuò ad approfondire scoprendo che gli stessi fattori che aumentano l’incidenza di melanoma, ne riducono la mortalità in chi purtroppo si ammala.

In particolare:

  • l’esposizione intermittente al sole,
  • una storia di scottature,
  • le cheratosi attiniche (una lesione cutanea legata all’esposizione al sole),

pur rientrando tra i fattori che aumentano l’incidenza del melanoma, al tempo stesso sono un fattore che aumenta la sopravvivenza di pazienti ammalati di questa patologia.

Ma l’ominide ancora non è convinto. Se fosse rimasto nella preistoria e non ci fosse stato Glovo che gli portava le piadine a domicilio, nel frattempo sarebbe morto di fame o per le mazzate della moglie.

Trovò uno studio caso – controllo in cui si è visto che le persone che si esponevano al sole nei week end nei mesi più caldi avevano una riduzione della incidenza di melanoma rispetto a chi non lo faceva (questo però se non si scottavano).

UVA, UVB e tumori della pelle

A questo punto la mente logica dell’ominide si chiede una spiegazione.

Il sole emetta una radiazione composta da onde elettromagnetiche di vara lunghezza d’onda. Tra questi abbiamo le UVA e UVB radiazioni ultraviolette che hanno una grande energia, ma bassa capacità di penetrare i nostri tessuti.

Quando colpiscono la nostra pelle sono responsabili della generazione di radicali liberi che danneggiano il DNA e causano delle mutazioni. Queste mutazioni, se si accumulano e vengono fissate, col tempo danno origine a tumori della pelle di cui parlavamo sopra. Quindi si fermano sulla pelle dove innescano il processo prima descritto, ma non possono penetrare più in profondità.

Possono dare tumori della pelle ma non tumori degli organi interni (dove, come vedremo in un prossimo articolo, arrivano gli infrarossi).

Esposizione al sole e neoplasie più comuni

L’ominide, sempre più stravolto dalle sue scoperte, trovò una review dove sono stati accolti tutti gli studi che correlavano l’esposizione al sole, con tumori la cui incidenza e mortalità è piuttosto importante nella nostra società.

In particolare quello che veniva rilevato era una riduzione di incidenza per :

  • il tumore alla mammella;
  • al colon;
  • alla prostata;
  • e sembrava anche che ci fosse una riduzione di incidenza del linfoma non hodgkin.

Tutti questi effetti erano solo in parte spiegabili con l’aumento dei livelli di vitamina D (in questo caso l’associazione era soprattutto per il tumore del colon), ma era dovuto in particolare all’esposizione al sole di per sè.

Filtri e creme solari

Per salvare la logica di questa società che all’ominide piace tanto, l’ominide iniziò a pensare che quindi le creme solari che filtrano uva e uvb decimi l’incidenza di questi tumori.

In realtà vi sono metanalisi in cui non viene riscontrata nessuna correlazione significativa tra utilizzo di creme solari e ridotta incidenza di melanoma.

Addirittura vi è uno studio di Wolf in cui sembra ci sia un aumento dell’incidenza.

Se facciamo mente locale e pensiamo a quello detto prima, potremmo trovare una spiegazione nel fatto che le persone che utilizzano creme solari finiscono per passare al sole un quantitativo eccessivo di tempo, e magari finiscono anche con lo scottarsi. Abbiamo invece visto che un’esposizione lavorativa continuativa è invece un fattore protettivo.

Se l’ominide che è in me deve azzardare una ipotesi, potrebbe essere perchè a furia di esporci al sole, il filtro solare ce lo creiamo da soli: l’abbronzatura. L’abbronzatura indotta sia da UVA che da UVB, riduce rispettivamente il danno al dna rispettivamente del 47 e del 45%.

Quindi limitiamo i danni, ma beneficiano ancora di tutti gli effetti positivi degli uvb come la produzione di vitamina D (che riduce l’incidenza di varie forme di tumore e ne migliora la sopravvivenza in chi si ammala), e tanti altri di cui il vostro ominide vi parlerà nei prossimi articoli.

Conclusione

Ora che ha scoperto i benefici della luce solare, l’ominide vorrebbe tornare nella preistoria, dove andrebbe a caccia di daini con il sole che gli illumina la pelle e gli occhi, e gli proietta una fresca ombra di un albero quando si ferma ad abbeverarsi ad un ruscello.

Purtroppo non può. Ha perso tutto quello che ha lasciato. Adesso è costretto in una stanza, sempre al chiuso, seduto a scrivere al computer, con una luce artificiale che lo tormenta tutto il giorno e lo disturba anche di sera, quando nella sua mente torna indelebile il ricordo del tepore, del calore e dello scoppiettio del focolare. E a quel punto apre google per cercare di fare un nuovo studio sulle svedesi…

Fonti

L’ evitamento dell’esposizione al sole come fattore di rischio per le principali cause di morte

La prevenzione del cancro mediante l’esposizione al sole è qualcosa di più del semplice effetto della vitamina D?

Melanoma ed esposizione al sole

Relazione tra esposizione al sole e rischio di melanoma in diverse sedi corporee

Esposizione al sole e mortalità per melanoma

Radiazioni ultraviolette e cancro della pelle

Cancro della pelle non melanomatoso, esposizione solare e protezione solare

Uso di creme solari e rischio di melanoma e cancro della pelle non melanoma

Marcatori fenotipici, fattori correlati alla luce solare e uso di creme solari in pazienti con melanoma cutaneo

Efficienza di protezione dell’abbronzatura indotta da UVA e UVB

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