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Covid, FANS, Aspirina

L'impatto dell'utilizzo dei FANS sull'infezione da Covid 19 e il suo decorso.

PUNTI CHIAVE:

  • I FANS esplicano in vitro ed in modelli animali un’ azione antivirale.
  • Il trattamento con FANS ha dato una riduzione delle ospedalizzazioni del 90% , se i pazienti erano trattati precocemente.
  • L’utilizzo di aspirina ha dato una riduzione della mortalità per covid in media del 50%.
  • L’utilizzo di azitromicina non ha dato alcun risultato se non quello dell’incremento delle resistenze batteriche ed effetti collaterali.
  • La quercitina fitosomiale potrebbe avere un utilizzo nel trattamento del covid, in associazione o a prescindere dai FANS.

Introduzione

Da quando è iniziata la pandemia c’è una domanda che mi attanaglia terribilmente: ma se la tachipirina fosse disponibile solo in supposte, sarebbe stata così pubblicizzata la “tachipirina e vigile attesa?”. Probabilmente no. I medici e i politici si sarebbero invece presi la briga di aprire pubmed e cercare qualcosa che desse meno fastidio al deretano, così magari da prevenire una caterba di ricoveri.

I FANS nel Covid-19: lo studio del prof. Remuzzi

Ebbene qualcuno si è preoccupato di farlo. Il professor Remuzzi dell’istituto Mario Negri ha valutato una coorte di pazienti che erano stati trattati dai loro medici di famiglia con antinfiammatori non steroidei (FANS); in particolare, ai pazienti covid positivi, era stata data precocemente una terapia con nimesulide, celecoxib, oppure aspirina. Rispetto al gruppo di pazienti che non era stata trattata precocemente con FANS, c’era stata una riduzione dell’ospedalizzazione del 90%. Quindi abbiamo iniziato tutti ad utilizzare i FANS? (per lo meno laddove si poteva?) E no. Abbiamo continuato a vigilare con la tachipirina. Anzi abbiamo aggiunto l’azitromicina, che aveva un’azione di inibizione in VITRO della crescita virale (cioè solo in “provetta”, manco sugli animali). Scommetto che quando è stata pubblicizzata questa notizia siamo stati tutti contenti. Alla voglia sfrenata del paziente ansioso di nutrirsi di antibiotico, il medico alla sessantottesima chiamata in mezz’ora, poteva finalmente rispondere: “Certo! Uno al giorno per sei giorni!” (sbagliando pure la posologia dell’azitromicina, così lo teneva più contento). Eppure l’azitromicina non ha dimostrato nessuna efficacia nel trattare pazienti covid.

Gli antibiotici nel Covid-19

Ebbè, si sa, o si dovrebbe sapere, che gli antibiotici uccidono i batteri, non i virus! Ai virus non fanno niente, manco il solletico. Al nostro microbiota invece fanno molto male (perchè il microbiota è composto da batteri). Anche al nostro cuore, dando infatti a questo livello importanti effetti collaterali potenzialmente fatali, come delle aritmie legate ad un aumento dell’intervallo QT.

L’unica indicazione che hanno gli antibiotici nel covid è quella di trattare le eventuali sovrainfezioni batteriche che ci possono instaurare. Ma anche qui, come si evidenzia in uno studio sotto riportato, il numero di sovrainfezioni batteriche e fungine è enormemente sopravvalutato (insomma molte sovrainfezioni batterica duiagnosticate in realtà non ci sono). Cosa vuol dire questo? Che il paziente ha preso un antibiotico come ansiolitico, come purtroppo la maggior parte delle volte, e ha ottenuto solo gli effetti collaterali del trattamento e le resistenze antibiotiche sono notevolmente aumentate. Moriranno quindi molte più persone da infezioni da batteri diventati resistenti agli antibiotici (per abuso di essi). Eppure la frase che più spesso sento è “ Dotto’ ma senza antibiotico come deve passare?”.

Aspirina e cardioaspirina nel Covid-19

In una revisione di lavori che coinvolge un numero di 34000 pazienti si è vista una riduzione della mortalità per covid del 50% con la somministrazione di aspirina, (la riduzione oscillava tra il 38 e l’80%, probabilmente a seconda della tempistica con cui il farmaco era somministrato).

In un altro studio veniva registrata una riduzione della mortalità dei pazienti infettati da covid 19 che facevano uso di cardioaspirina. La cardioaspirina ha un dosaggio di 100 mg contro i 500 della normale aspirina.

Dopo tutti questi studi, alert, notifiche, ovviamente noi medici abbiamo smesso di prescrivere antibiotici a cavolo e, con le nuove ondate, siamo diventati sempre più ligi alle evidenze… Così tanto che le scorte di zitromax sono finite. FI-NI-TE. E la prescrizione di antibiotici continua imperterrita, ai primi accenni di tosse con muco verde (bevi di più è solo disidratazione).

Eppure già sapevamo che i FANS mostravano una certa azione antivirale. In uno studio si valuta l’azione antivirale della aspirina che agisce inibendo la via dell’NF-KB, stimolata invece dal virus per potersi replicare. Ed è un dato verificato non solo in vitro (come per l’azione antivirale dell’azitromicina), ma anche in vivo, in modelli animali. Ci sono vari FANS che hanno dimostrato attività virale sia sul virus della influenza A e B, del coronavirus canino, e del Sars covid (l’aspirina in particolare ha questo effetto sul cytomegalovirus, varicella-zoster virus, rhinovirus, coxsackie virus, hepatitis c virus, H1N1 influenza virus, MERS-CoV, and CoV-229E).

Quercitina fitosomiale

Per ridurre la prescrizione di antibiotici però, non è necessaria solo la formulazione da me proposta ad inizio articolo per la tachipirina. Ci vuole proprio carta vetrata e sabbia. La cosa assurda è lo scetticismo che ho riscontrato dalla classe medica sull’uso di quercitina, vitamina C, e vitamina D. Aspettavano tutti uno studio randomizzato in doppio cieco per poter iniziare ad utilizzare queste sostanze, e poi hanno tutti continuato ad utilizzare antibiotici che, non solo non avevano NESSUNA PLAUSIBILITA’ BIOLOGICA NEL LORO UTILIZZO, ma addirittura a tutt’oggi, ci sono studi tutti riportati in fondo che attestano l’inutilità. Anzi sono più dannosi che benefici. Con la vitamina C, male che va, provochi una cacarella.

La quercitina è una molecola interessante, agisce anch’essa mediante l’inibizione dell’Nf-kb, oltre ad avere azione scavengers per i radicali liberi (prodotti in una maniera enorme durante l’infezione da Covid-19). In uno studio sugli uomini veramente piccolo, quello che si nota è che nel gruppo trattato con quercitina fitosomiale c’è una più precoce negativizzazione al virus nonché una riduzione dei sintomi legati all’infezione. Ripeto, è uno studio molto piccolo, ma, ancora una volta, se devo mettere sul piatto della bilancia antibiotico e quercitina nel covid, per me il piatto pende dalla parte della quercitina.

Conclusioni

Quindi dopo questo percorso di circa due anni, mi chiedo come sia possibile che ancora vengano prescritte tachipirine, cortisonici, magari anche in associazione a chinolonici, così al paziente rompiamo anche il tendine d’achille. E poi mi chiedo se onestamente, con tre dosi di vaccino, ci sia ancora questo grosso rischio di ospedalizzazione, tale da richiedere trattamenti aggressivi . Se voglio ridurre i sintomi mi orienterei più su un FANS, piuttosto che sulla tachipirina, e per i più nature, come me, sulla quercetina fitosomiale , in associazione o meno al fans; e poi stare attenti alla idratazione. Sempre. Se poi proprio volete tachipirina e antibiotici preparate la vasella. Visto tutti questi dati, a prescindere dalla formulazione, vi brucerete il di dietro.

Fonti

Un semplice algoritmo di terapia domiciliare per prevenire l’ospedalizzazione dei pazienti COVID-19

Azitromicina per il trattamento di comunità del sospetto COVID-19 in persone ad aumentato rischio di decorso clinico avverso nel Regno Unito

Coinfezione batterica e fungina in individui con coronavirus

Gli effetti dell’aspirina sull’esito di COVID-19: una revisione sistematica e una meta-analisi

Effetto dell’aspirina a basso dosaggio sulla mortalità e durata virale degli adulti ospedalizzati con COVID-19

L’acido acetilsalicilico (ASA) blocca la propagazione del virus dell’influenza attraverso la sua attività di inibizione di NF-kappaB

Evidenze dell’utilizzo dei FANS nel Covid 19

Potenziali benefici clinici della quercetina nella fase iniziale di COVID-19

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